La bulimia è un disturbo del comportamento alimentare ed è, insieme alla anoressia nervosa, uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare, detti anche Disturbi Alimentari Psicogeni (DAP). L’incidenza di tale disturbo negli ultimi anni si sta espandendo, arrivando a colpire intorno al 2% della popolazione femminile in età giovanile. L’età in cui si mostra maggiormente è quella intorno alla maggiore età.
Per la diagnosi di bulimia nervosa sono richiesti i seguenti criteri:
- Ricorrenti abbuffate: dove per abbuffate si intende il mangiare in un determinato periodo di tempo, una quantità di cibo decisamente maggiore a quello che la maggior parte della popolazione mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili. Durante queste abbuffate si ha la sensazione di non poter controllare le proprie azioni (si sente di non riuscire a smettere di mangiare e a controllare cosa e quanto si sta mangiando).
- Atti compensatori ricorrenti ed inappropriati: per evitare l’aumento di peso, vengono utilizzate tecniche come quella del vomito autoindotto (dita in gola), abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
- Le abbuffate, assieme alle condotte compensatorie, devono manifestarsi mediamente almeno due volte la settimana per tre mesi.
- Valutazione dell’autostima decisamente influenzata dalla forma e dal peso corporeo.
Si distinguono 2 tipi di bulimia:
- con condotte di eliminazione, che vede il soggetto regolarmente ricorrere a vomito autoindotto oppure all’uso improprio di lassativi, diuretici o enteroclismi.
- senza condotte di eliminazione, che vede il soggetto bulimico adottare regolarmente comportamenti compensatori inappropriati, ma non dedicarsi al vomito autoindotto o altro.
Gli episodi bulimici possono essere scatenati da alterazioni dell’umore, stati d’ansia o stress.
Non vengono considerati episodi bulimici quei casi in cui vi è un’elevata assunzione di cibo saltuariamente e in contesti e situazioni particolari, né il continuo “spiluccare” durante la giornata.
Le cause sono di varia natura, sia psicologica che sociale o biologica.
L’approccio terapeutico è pluridisciplinare con l’impiego di specialisti nutrizionisti, psicoterapeuti, neuropsichiatri e spesso altre figure diverse da caso a caso, come peraltro nell’anoressia.
D’ausilio alle varie forme terapeutiche elencate si evidenzia spesso il ricorso ai gruppi di auto-mutuo-aiuto presenti attualmente anche all’interno di alcune strutture ospedaliere.
Renata Strumia
Dermatologa, Ferrara