In questo periodo complesso i nostri ragazzi stanno affrontando dimensioni di vita e problemi esistenziali inimmaginabili prima dell’arrivo di questo tzunami pandemico, che è precipitato sulle nostre esistenze modificandole ed indirizzandole verso confini indefiniti. Senza che ci sia stata indicata una via da seguire, un traguardo da raggiungere attraverso comportamenti idonei e ben stabiliti.
La profonda incertezza che caratterizza questi nostri momenti di vita, genera nella maggior parte di noi, sentimenti di inadeguatezza, confusione, inquietudine e ansia. Tanti di noi cercano di razionalizzare questo vissuto attraverso l’analisi, la fede e la speranza, comunque nel tentativo di raggiungere una fase di equilibrio.
Per i giovani le reazioni sono assai spesso diverse dalle nostre e non facilmente interpretabili. Può prevalere negli adolescenti iperconnessi, nel contempo fragili e spavaldi, spesso narcisi e soli, un senso di delusione accentuato dall’incertezza su progettualità future che, se ben delineate, potrebbero rappresentare un incentivo alla vita.
La depressione può essere talvolta mascherata da apparenti atteggiamenti di tranquillità ma, osservandoli chiusi nelle loro stanze, disciplinati e tutto sommato ligi alla quarantena, li sentiamo vicini ma lontani, come chiusi in una bolla in cui impercettibilmente vivono paura, ansia e dolore. Percepiamo in loro, anche se non espresso, il desiderio frustrato del contatto fisico, della quotidianità fatta di uscite, incontri, libertà, amori. Manca loro il rumore della vita che sentono lontano, alterato dalla dimensione confusa e quasi irreale in cui attualmente si trovano immersi.
Il presente per alcuni è talmente difficile da generare atteggiamenti paranoici e pensieri ossessivi sia nei riguardi di un passato rimpianto che di un futuro incerto, in cui mancheranno per molto tempo vacanze all’estero, compleanni festeggiati, campi estivi, ma anche per molti incertezza sull’esame di maturità vissuto con disorientamento e paura.
Per altri la situazione attuale non genera ansia e disperazione, ma neanche felicità. A prevalere infatti è la noia che li porta ad essere svegli e connessi la notte, addormentati il giorno, consapevoli che nulla tornerà come prima in tempi brevi.
La scuola a distanza è troppo spesso vissuta con scarso impegno e vaga motivazione, tant’è che alcuni durante le lezioni divagano, cercano risposte su internet copiandole acriticamente, contattano contemporaneamente gli amici attraverso i social. La loro concentrazione è perciò molto labile, in quanto riscontrano una reale difficoltà ad acquisire istruzione attraverso i canali tecnologici.
Anche se non apertamente confessato, manca tantissimo la scuola, considerata luogo di apprendimento, ma anche di aggregazione e socializzazione: quindi è il sentimento generato dalla mancanza inconscia del tradizionale a prevalere sull’affermazione delle innovazioni tecnologiche.
In contraddizione a questo desiderio di quotidianità e normalità da vivere in maniera consueta, assistiamo invece ad una connessione continua di questi giovani, attraverso la quale condividono storie, emozioni e momenti di questa quarantena. Ciò tuttavia non riflette la realtà perché crea una continuità che non esiste nella vita reale e che di conseguenza genera insoddisfazione.
Il bisogno di socialità si esprime con videochiamate di ore che però non sono mai abbastanza. Il rischio di questa immersione tecnologica è di isolarsi sempre più, favorendo la condizione dell’“esisto solo io” ed ingigantendo così le problematiche legate alla socializzazione con il mondo esterno.
Ed è proprio il mondo esterno che manca in questo momento in cui tutto si è fermato, ma è una realtà che è indispensabile mantenere ben presente, anche con la collaborazione concreta di noi adulti, nell’orizzonte temporale dei nostri giovani. Tutto ciò affinché possano mantenere vivi e concreti progetti e realizzazioni nell’ampio spettro di un futuro di normalità e di crescita, attraverso il lungo, tortuoso, ma comunque sempre vigoroso ed entusiasmante, cammino che la vita ci invita a percorrere.
Angela Maria Ferraris
Dermatologa, Roma