La malattia di Grover, descritta per la prima volta nel 1970 da Ralph Grover, è una dermatosi acantolitica transitoria benigna auto-limitante, a causa sconosciuta. Clinicamente si manifesta con papule cheratosiche, pruriginose, che nella maggior parte dei casi è autolimitante. Colpisce soprattutto il sesso maschile, fra i 40-60 anni, si localizza soprattutto a livello del tronco e dell’addome. Si possono individuare 3 varianti cliniche:
1. eruttiva transuente pruriginosa;
2. persistente e pruriginosa;
3. cronica asintomatica che colpisce le pieghe.
Da un punto di vista clinico la malattia è di solito transitoria, risolvendosi spontaneamente entro poche settimane, anche se le lesioni possono recidivare per anni e in tal caso quest’ultima condizione viene denominata come “dermatosi acantolitica persistente”. L’eziologia e il corretto meccanismo patogenetico non sono ancora stati chiariti. Si è osservato comunque che la sudorazione causa un aumento significativo del numero di lesioni nei pazienti che ne sono affetti. Una probabile teoria patogenetica ipotizza come primum movens l’ostruzione dei dotti delle ghiandole sudoripare, per cui condizioni quali calore ambientale ed esercizio fisico potrebbero agire come fattori scatenanti, ipotesi avvalorata dalla maggior incidenza dei casi nella stagione estiva. Sebbene la causa non sia conosciuta, sono stati descritti dei fattori precipitanti come: uno stato febbrile, sudorazione, calore ambientale, esercizio fisico, esposizione al sole e così via. Tra le malattie sistemiche, la malattia di Grover è stata osservata in associazione a: dermatite atopica, psoriasi, insufficienza renale,i nfezione da HIV, chemioterapia, neoplasie, pazienti trapiantati, leucemie e linfomi. Da un punto di vista istologico è caratterizzata da discheratosi ed acantolisi focale.
I patterns anotomo-patologici sono:
1. pemfigo volgare-like nel 47%;
2. Darier-like nel 18%, spongiotico; pemfigo fogliaceo-like nel 9%;
3. misto nel 9%; Hailey-Hailey-like nell’8%.
La terapia è spesso deludente, ma in letteratura si riporta una buona risposta ai seguenti trattamenti: cortisonici topici e/o sistemici, antimicotici, antibiotici, retinoidi, tacalcitolo, calcipotriolo e fototerapia.
Maria Pia De Padova
Dermatologa, Bologna