La via lattea è indissolubilmente legata al seno materno, ma non può essere solo quella dei dotti galattofori. La galassia che prende il nome di Via Lattea nasce nella mitologia classica dalle gocce del latte fuoriuscito dal seno di Giunone, mentre allattava Ercole, divenendo la strada percorsa dagli dei per raggiungere il palazzo del re e della regina degli dei. E a tal proposito sono emblematiche le opere di Tintoretto Nascita della Via Lattea, 1578-80, esposta a Londra nella National Gallery, e di Pieter Paul Rubens L’origine della Via Lattea, dipinto ad olio su tela di cm 181 x 244, realizzato tra il 1635 e il 1638, conservato al Museo del Prado di Madrid.
Ma c’è un’altra strada, altrettanto mitica, con lo stesso nome. Nel film “La via lattea”, girato nel 1969 da Luis Buñuel, il grande regista surrealista avverte nei primi fotogrammi che “in molte lingue occidentali la Via Lattea si chiama anche La strada di San Giacomo” e che “da questo fatto deriva il nome di Compostella, Campus Stella, il campo della stella” per la città di Santiago, in Spagna, collocata sulla traccia della celeste Via Lattea. Dunque, si parte dal seno femminile, materno, e si percorrono spazi siderali, ma anche itinerari del pellegrinaggio. La mammella sarà anche una ghiandola sudoripara modificata, ma è fonte vitale ed è anche l’edipico rilievo da riconquistare, annesso e connesso cutaneo.
Vincenzo C. Battarra
Dermatologo, Caserta