Secondo una recente indagine ogni anno in Italia vengono effettuate da medici generici e da specialisti dermatologi più di 4.500.000 visite mediche per sospette micosi superficiali.
Le micosi superficiali infatti sono infezioni ad eziologia fungina molto comuni nella pratica clinica. Possono interessare la cute glabra, gli annessi cutanei o le mucose dell’apparato digerente, urogenitale, oculare. Alcuni funghi sono definiti patogeni primitivi (es. dermatofiti) in quanto capaci di parassitare un individuo sano grazie alla loro adattabilità, altri vengono invece detti patogeni secondari od opportunisti (es. alcuni lieviti ed alcune muffe) poiché non possiedono patogenicità intrinseca, ma possono causare malattia in soggetti che presentano condizioni predisponenti (diabete, terapie immunosoppressive o antibiotiche, fattori ambientali, ecc). Le micosi superficiali hanno subito nel tempo un progressivo incremento conseguente a numerosi fattori quali: l’aumento della vita media (popolazione suscettibile diabetici, immunodepressi, defedati), i fenomeni migratori, i sempre più frequenti viaggi in paesi esotici con la comparsa di nuovi ceppi patogeni, le modifiche nelle abitudini sociali ed in particolare la maggiore frequentazione di palestre e piscine ed infine una sempre maggiore attenzione alla propria persona che porta a controlli medici più frequenti, soprattutto per i problemi relazionali. Talvolta infatti è sufficiente il disagio estetico causato da una distrofia ungueale per spingere il paziente ad un consulto medico.
Le micosi cutanee possono colpire tutte le fasce di età anche se esistono delle forme più frequenti nel bambino (candidosi del cavo orale, tinea capitis, tinea corporis), altre più frequenti nei giovani adulti (pitiriasi versicolore, tinea pedis, tinea cruris) ed altre ancora che interessano maggiormente l’anziano (onicomicosi, candidosi croniche del cavo orale e cheiliti da protesi dentaria). Se da una parte le micosi superficiali sono in progressivo aumento, dall’altra, rispetto al passato, il medico ha a disposizione numerose molecole e formulazioni antimicotiche ad uso sia sistemico che topico, con le quali si calcola che possa venire risolto, anche con brevi cicli terapeutici, oltre il 90% di tali infezioni.
Da tutte queste considerazioni si deduce l’importanza di una diagnosi certa sia per una corretta impostazione terapeutica, sia perché alcune forme di micosi, data l’alta contagiosità ed il conseguente rischio epidemico, sono soggette a denuncia obbligatoria. Gli esami di laboratorio maggiormente utili per la diagnosi di micosi superficiali sono il preparato microscopico a fresco ed eventualmente l’esame colturale su terreni idonei. Il riconoscimento di una patologia micotica ed il conseguente adeguato trattamento sono fondamentali per impedire sia la diffusione della malattia, sia l’eventuale autoinoculo da parte del paziente stesso in altre sedi corporee.
Claudia Gianni
Dermatologa, Milano