Kia Ora! Questo è il semplice saluto maori con cui sarete accolti in Nuova Zelanda, la terra agli antipodi, ‘l’altro mondo’ dove ho vissuto per oltre quattro anni.
Un mini paradiso con soli quattro milioni di abitanti. Un piccolo mondo dove tutto è presente: dai vulcani ai ghiacciai – le Alpi del Sud – dalle spiagge tropicali ai campi da sci, dalle spettacolari aree geologico- termali, alle fitte foreste pluviali, dal deserto roccioso alle colline di vigneti più dolci e così via in un elenco quasi infinito di bellezze naturali.
Il Paese dei Kiwi, umani e non, in lingua maori è chiamato Aotearoa – Terra dalla lunga nuvola bianca – e le nuvole sono in effetti quasi sempre presenti ed è una fortuna, perchè il sole quando esce è sfacciato e prepotente e la luminosità così forte da dar fastidio persino a noi mediterranei. Ogni giorno ed ovunque, con le previsioni metereologiche vengono forniti dettagliatamente per zone ed orario gli indici di UV così da tenere sempre al corrente gli abitanti del silenzioso pericolo che viene dal sole. Infatti i tumori cutanei sono la causa più frequente di cancro in Nuova Zelanda ed i neozelandesi, essendo per lo più di origine anglosassone, hanno un alto tasso di probabilità di sviluppare un cancro cutaneo durante la loro vita.
L’incidenza del melanoma nel Paese è ben quattro volte superiore a quella di Canada, USA e Regno Unito.
Questa alta percentuale di malattia è dovuta a vari fattori: ovviamente alla forte intensità del sole soprattutto nei mesi estivi, allo scarsissimo inquinamento, alla riduzione della fascia di ozono nell’area, al fototipo molto chiaro della maggior parte degli abitanti ed alla loro passione sfrenata per la vita all’aria aperta.
Secondo la New Zealand Skin Cancer Society, almeno il 90% dei casi di melanoma nel Paese sono dovuti ad esposizione UV e la campagna di prevenzione è fra le più massicce che esistano al mondo, ma evidentemente non basta per sensibilizzare tutti in modo capillare e soprattutto i giovani.
I tumori della pelle sono di gran lunga le patologie che il dermatologo si trova più frequentemente di fronte in Nuova Zelanda e, oltre al melanoma di cui si contano circa 2000 casi diagnosticati annualmente, si stima che la frequenza dei carcinomi a cellule basali e dei carcinomi a cellule squamose si aggiri intorno alle 75.000 unità annue.
Fra i due sessi la percentuale di malattia non varia molto, ma la mortalità è più frequenti nell’uomo – circa il 70 – 75% in più – rispetto alla donna. Questo risultato è sicuramente dovuto ad una maggiore sensibilizzazione femminile verso la prevenzione unita ad una maggior cura ed attenzione per il proprio corpo.
Fra le donne il melanoma è la terza causa più frequente di cancro dopo quello alla mammella ed al colon retto e negli uomini la quarta causa dopo il cancro della prostata, colon retto e polmoni.
In Nuova Zelanda il melanoma colpisce sempre più spesso anche i giovani di origine caucasica: i maschi tra i 25 ed i 44 anni, e le femmine tra i 15 ed i 25 anni, in questa fascia d’età è la prima causa di tumore.
Purtroppo la percentuale di melanoma sta aumentando anche fra i Maori, gli abitanti indigeni del Paese, di origine polinesiana e mista melanesiana il cui fototipo è scuro, ma i numeri e i dati su questa esigua – 9% – ma splendida fetta di popolazione non sono molti, anche per le diverse abitudini sociali e di vita.
Il cancro cutaneo è sicuramente il più importante problema dermatologico in Nuova Zelanda, ma non è ovviamente il solo. Nella mia esperienza, positiva ed indimenticabile, ho visto un pò di tutto dalla psoriasi all’acne, dalla scabbia al mollusco contagioso, entrambe patologie molto diffuse, diversi casi di vitiligine, moltissime allergopatie, fra le percentuali più elevate per numero di abitanti, fotodermatosi, relativamente poche micosi, eccetera: insomma i problemi che vediamo normalmente nei nostri ambulatori.
L’importanza della dermatologia in Nuova Zelanda è molto legata ai tumori della pelle ed alla prevenzione, gli altri problemi sono spesso trattati dal medico di famiglia, una figura cardine nel sistema sanitario del Paese, che si avvale della consulenza dello specialista quando non è in grado di risolvere da solo il caso.
Questo è forse un motivo per cui sono solo una cinquantina i dermatologi su tutto il territorio neozelandese.
A questo proposito, per chi dall’Italia volesse introdursi professionalmente in questo piccolo mondo molto poco affollato, l’iter è il seguente: superare un esame specifico di lingua inglese, fare una regolare pratica di immigrazione basata su punteggio ed aspettarne l’approvazione, oppure cercare o avere già una proposta di lavoro. Una volta sul posto, va comunque superato un altro test di lingua più rigoroso – lo IELTS accademico con votazione non inferiore a 7.5 su 9 – per poter poi fare la domanda di abilitazione. L’esame di stato può essere quasi un colloquio formale, se si proviene da Università considerate di notevole importanza scientifica e con le principali italiane non ci sono certo problemi, viceversa è necessario un tirocinio clinico di almeno due anni prima di poter superare l’esame ed esercitare.
Ma si può decidere di andare in Nuova Zelanda anche solo per tuffarsi in quell’oasi di tranquillità, relax e purezza che per noi, acrobati dello stress, sembra quasi una dimensione irreale ed irraggiungibile!
Kia Ora Aotearoa, e Kia Ora a tutte voi.
Patrizia Demichelis
Dermatologa, Novara